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Notizia del 22 Maggio

SETTORE TRASPORTO PERSONE: DAL VENETO LE RICHIESTE INVIATE AL GOVERNO

Le imprese del trasporto persone e del noleggio autobus sono tra i settori che più subiranno le conseguenze economiche del Covid-19.
Le misure economiche e fiscali attualmente messe in campo dal Governo non sembrano essere sufficienti per far fronte all’impatto che questo stop forzato avrà sulle imprese nel lungo periodo.
Pertanto la categoria Bus Operator a livello nazionale ed in stretta collaborazione con la sezione veneta, ha predisposto delle proposte per il settore che Confartigianato nazionale ha portato all’attenzione del Governo. Si attende ora la possibile convocazione del settore da parte del Ministro dei Trasporti De Micheli. 

La nota di Confartigianato trasporto persone inizia con la richiesta di non approvare l’emendamento dell’art. 106 del DL “Rilancio”, con il quale si intende correggere la disposizione in materia di trasporto scolastico (art. 92, comma 4 bis del DL Cura Italia) che obbliga i Comuni a pagare ai gestori di servizio per il trasporto scolastico le corse non effettuate a causa della chiusura delle scuole e la proposta per il settore Autobus con Conducente e NCC di poter collaborare con le imprese concessionarie del servizio pubblico per l’offerta di risorse (mezzi e personale) ad integrazione del servizio TPL qualora, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, il parco veicolare attualmente in uso dovesse essere inferiore alle effettive necessità.

Seguono poi proposte economiche:

• Creazione di un fondo di ristoro come equo indennizzo, sulla base del fatturato medio annuale 2018/2019, a cui le imprese in questione potranno attingere, quale aiuto concreto a supporto di una sorta di piano di risanamento economico calibrato per contenere l’attuale stato di difficoltà. Il parametro per l’accesso al fondo potrebbe essere dato, appunto, da quella parte di costi documentati e certi che le imprese, onde evitare di chiudere o, peggio, di fallire, dovranno per forza di cose onorare da qui fino alla fine della emergenza. Si pensi, come mero esempio, che gli stessi costi del personale saranno solo parzialmente coperti dagli ammortizzatori sociali, per il resto, dovrà sopperirvi l’azienda avendo, come unica alternativa, il licenziamento del personale, gli ammortamenti del materiale rotabile, i beni strumentali, i costi di struttura, i costi degli impianti, ecc.;
• Possibilità di cessione pro soluto dei propri crediti vantati verso la PA alle banche, ottenendone il corrispettivo valore in tempi rapidi e certi, in un’unica tranche e a costo zero, snellendo le attuali procedure previste;
• Proroga degli ammortizzatori sociali dei dipendenti per altre 52 settimane rispetto a quanto previsto dagli attuali;
• Proroga degli affidamenti dei servizi di trasporto scolastico in scadenza fino ai 3 anni successivi alla dichiarazione di conclusione della emergenza

Vi sono poi delle richieste, volte a fornire liquidità indiretta alle aziende attraverso la riduzione del poderoso carico fiscale subito dalle stesse:

• Fondamentale garantire la sospensione dei versamenti delle imposte derivanti dal modello Redditi e Irap per l’anno d’imposta 2019. I versamenti dei saldi delle imposte per il 2019, almeno per coloro che hanno effettivamente subito un danno economico dall’espansione della pandemia, andrebbero posticipati alla scadenza prevista per il versamento del saldo per il 2020 (ipoteticamente giugno 2021) o, quantomeno, differite al prossimo autunno. Gli acconti per il periodo d’imposta 2020 non andrebbero corrisposti tra giugno e novembre 2020, consentendo alle imprese, appunto in via eccezionale per l’anno in questione, di corrispondere eventuali imposte a debito esclusivamente a saldo, in scadenza ipoteticamente a giugno 2021. Vista, dunque, la probabile consistenza delle somme da versare nel 2021 per i due anni d’imposta precedenti, sarebbe più che opportuno prevedere un consono meccanismo di rateazione dei medesimi importi (almeno dieci rate).
• Allargamento del credito d’imposta sui canoni di locazione. Rispetto a quanto introdotto dall’art. 65 del decreto “Cura Italia”, si chiede di prevedere l’estensione del beneficio agli immobili strumentali per destinazione, utilizzati dalle imprese, prescindendo dalla classificazione catastale;
• Per l’anno d’imposta 2020, viene chiesto di evitare la creazione delle liste selettive di contribuenti assoggettabili a controllo, in seguito alle risultanze del calcolo degli I.S.A.;
• Estensione del credito d’imposta per l’attività di sanificazione oltre l’attuale 50% e includendo anche l’acquisto di beni strumentali atti allo scopo. Si consideri l’ingente e costante spesa che periodicamente le imprese del settore dovranno sostenere per sanificare i mezzi di trasporto;
• Deducibilità integrale delle perdite su crediti contratte nel periodo di emergenza sanitaria. L’obiettivo è quello di consentire alle imprese, qualunque sia il settore operante, che abbiano subito perdite su crediti dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19, di poter dedurre fiscalmente questi crediti generati durante il periodo di emergenza sanitaria e risultanti come “non ancora riscossi” alla data del 31 dicembre 2020. Di pari passo, andrebbe consentito l’intero scomputo dell’eventuale perdita fiscale realizzata nel 2020, sia ai soggetti Irpef che Ires.
• possibilità di ottenere il ristorno delle accise, corrisposte sul carburante, anche da parte di coloro che esercitano l’attività di noleggio con conducente autovetture e autobus. 

Infine la nota chiede, al fine di assicurare una seppur parziale ripresa delle attività del settore, al Governo di prevedere, con apposito articolo in norma, l’inserimento dei settori autobus turistici e NCC come beneficiari delle misure di ristoro dedicate al settore turismo nel suo complesso.

DECRETO RILANCIO - LE SLIDES RIASSUNTIVE
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